Post by habanerouna madre non direbbe mai quelle cose
a un figlio
*La popolazione mondiale è (se ricordo bene) di circa 80 milioni di persone.
Facendo un conto moooooolto approssimativo e dividendo questa popolazione in
famiglie di tre persone (so che è del tutto sballato...ma facciamo così per
praticità), nel mondo ci dovrebbero essere all'incirca ventimilioni e
seicentosessantaseimila virgola seicentosessantasei periodico di madri.
Ora...o tu le conosci tutte una per una e le hai frequentate tutte
abbastanza da sapere in che modo parlano, o la tua affermazione "una madre
non direbbe mai quelle cose a un figlio" è decisamente presuntuosa.
Ma che ne sai?
Se è vero che "mille scimmie, pigiando per mille anni su una
tastiera"...ecc.ecc....allora è altamente probabile che una tra i
26.666.666, 666666666 di madri abbia detto almeno una volta al figlio "Santo
Dio! E' che sono in apprensione. Come procede il viaggio? Stai andando
piano?".
Senza andare a cercare troppo lontano, mia madre dice cose molto simili ogni
volta che sono in viaggio.
Un po' più difficile, forse, trovare una madre che dica di essere a Firenze
a vedere la Torre di Pisa: ma su 26.666.666, 666666666 di madri, vogliamo
che non ce ne sia una un po' pirla?
Ok, i personaggi di Colorado Kid forse non dialogano secondo i Sacri Canoni
del Dialogo che si studiano in letteratura. Ma io dubito anche che i Sacri
Canoni del Dialogo comprendano contesti tipo:
"Hai detto che non mangiavi perché avevi mal di denti".
"No, ho detto che ADESSO non mangiavo, ma forse, se mi passava, mangiavo
dopo. Ma se vi siete fatti fuori tutto, adesso che cazzo mangio?"
"Perché, ti è passato il mal di denti?"
"No, ma mi è venuta fame".
"Ma se hai mal di denti come fai a mangiare?"
"Sarebbero problemi miei, che comunque non si pongono più visto che non c'è
più niente da mangiare, porcavacca".
Se chiunque al mondo scrivesse queste cose in un libro, immagino che
verrebbe lapidato all'istante.
Eppure questo dialogo si è appena svolto tra me e le altre due
fogn...pardon, membri della mia famiglia.
A mio avviso un dialogo, per funzionare letterariamente, non deve essere
credibile. Nè realistico.
E neppure contestualizzato.
Semplicemente deve avere un ritmo, suscitare emozioni, farti sentire i
protagonisti come persone reali (non realistiche: proprio "reali". Non
necessariamente le due cose coincidono) che hai voglia di continuare ad
ascoltare per scoprire dove andranno a parare.
I dialoghi di CK - come tutti i dialoghi di King - posseggono queste
carattestiche e quindi non mi hanno infastidito in alcun modo.
Vorrei anche aggiungere che mettersi a fare le pulci tecniche a qualsiasi
opera letteraria, per me, è un eccellente modo di ammazzare il tempo. Ma
nulla di più.
Perché, stringi stringi, l'unico commento accettabile su un qualsiasi libro
è: "Mi è piaciuto" oppure "Non mi è piaciuto".
Tutto il resto è puro blabla DOC.
La tecnica, i Sacri Canoni e tutto quello che ci vuoi mettere dentro,
comprese le elucubrazioni sui bastoni dritti che sembrano storti e che
bisogna rompere per farli sembrare dritti (bellissima, 'sta cosa: ma che
vuol dire?!?)...sono blabla: blabla divertente, appassionante finché ti
pare (tant'è vero che mi sono messa anch'io a disquisire all'interno di
questo 3D, apportandovi il mio contributo di blabla), ma squisitamente
superfluo.
Se un libro mi è piaciuto, potrai demolirmelo frase per frase, parola per
parola e virgola per virgola: non riuscirai mai a togliermi l'emozione che
mi ha dato.
Se non mi è piaciuto, potrai osannarmelo fino alla fine dei tempi, e non
riuscirai a regalarmi le emozioni che non mi ha dato.
E con tutta 'sta blaterata sono riuscita a trovare un modo estremamente
prolisso per dire:
"Stephen King emoziona.
Non mi interessa il come.
Non mi interessa il perche'"
Ma vado perdonata, perché ho mal di denti *E* fame: se quotavo
semplicemente BadBlood non riuscivo a dimenticarmi per dieci minuti di
questi due fastidiosi compagni di serata.
Valeria
www.dallapartedelcane.com
www.tipresentoilcane.com
P.S.: sì, davanti a un romanzo (e a qualsiasi altra opera d'arte) siamo
scimmie: istintive, ancestrali, in balia dei nostri sentimenti e delle
nostre emozioni.
Grazie al cielo.